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Scoprire il tradimento del partner può rappresentare un evento profondamente destabilizzante nella vita di una persona.

In molti casi la coppia si ritrova a decidere di affrontare la propria crisi coniugale proprio in seguito allo sconvolgimento emotivo derivante da un tradimento.

Rivolgersi allo specialista offre una possibilità di aiuto per entrambi i partner che stanno attraversando questa delicata fase della propria vita di coppia.

Il contesto terapeutico consente di poter esprimere, in un ambiente totalmente libero e non giudicante, la rabbia, la frustrazione, la delusione, il senso di colpa, la disperazione e tutti quegli aspetti emozionali non facilmente gestibili che la persona può trovarsi ad affrontare in una situazione di crisi.

L’obiettivo è quello di facilitare, con la guida dello specialista, una rilettura profonda e costruttiva delle dinamiche emotive , personali e di coppia, legate ad un evento come il tradimento, consentendo una rinascita sia a livello individuale, attraverso una maggiore conoscenza di se stessi, ma anche a livello di coppia, se da entrambi voluta, attraverso la ricostruzione di un cammino condiviso, fondato su equilibri più consapevoli ed un rinnovato investimento progettuale.

Una delle più frequenti problematiche che mi trovo ad affrontare come psicoterapeuta è certamente quello della coppia in crisi. I partner decidono di rivolgersi allo specialista magari anche dopo diversi tentativi non risolutivi di gestire il malessere presente all’interno della coppia.

Ugualmente frequenti sono le situazioni di separazione, con relativi vissuti di profonda solitudine e frustrazione per il fallimento del progetto matrimoniale o di convivenza. Si prospetta in tali casi la necessità dell’elaborazione del lutto rispetto alla precedente relazione ed un supporto alla gestione emotiva nella ricostruzione di un proprio percorso personale.

L’elevato numero di separazioni nelle coppie di tutte le età non significa però che non possa esistere l’amore che dura nel tempo o più romanticamente “per sempre”.

Come ben sappiamo, l’innamoramento, tipico delle fasi iniziali di una relazione, è caratterizzato dalla priorità dell’attrazione sessuale e dall’esuberanza della carica erotica che tiene magicamente uniti i partner nel loro idillio di coppia.  Passionalità ed attrazione possono però svanire di colpo di fronte alle difficoltà della concretezza quotidiana tali da spazzare via tutto l’entusiasmo iniziale.

Perché possa diventare amore infatti,  l’innamoramento delle prime fasi, ha necessità di arricchirsi nel tempo di altre indispensabili componenti, legate ad una comprensione a livelli più profondi, fra i partner.

Tale comprensione riguarda dimensioni e valori personali come quelli di  lealtà, fiducia, stima reciproca, complicità, che rendono il legame progressivamente più solido nell’affrontare la realtà del vivere insieme, in tutta la sua complessità. Entrambi i partner dovranno avere anche la capacità di sviluppare nel tempo tali qualità “etiche” per poter gestire i fisiologici cambiamenti evolutivi, sia a livello personale che di coppia.

La profondità del legame d’amore può iniziare a strutturarsi proprio quando, sfumata la magia dell’innamoramento, i partner riescono ad  avvicinare il più possibile le reali aspettative di ognuno rispetto alla vita di coppia, stabilendo una intesa di lealtà e rispetto. Tutto questo implica dapprima una buona conoscenza di se stessi e dei propri desideri di personale realizzazione. Parallelamente è necessario un reciproco processo di conoscenza della sfera personale ed intima ed un continuo confronto sulle progettualità condivise, per poter creare, insieme, buone basi per la vita di coppia.

Lo stare insieme può diventare così la progressiva realizzazione del “futuro condiviso” che i partner si sono prospettati nel momento in cui hanno iniziato a sentire un reciproco completamento nella loro unione ad un livello profondo.

E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa
che ha fatto la tua rosa così importante .
A. De Saint-Exupéry

                                       

                                           

La capacità di mantenersi curiosi nei confronti del mondo , la spontaneità, la fantasia, l’autenticità, sono caratteristiche psicologiche che il bambino possiede  ma che nell’adulto possono essere state in parte represse  o non adeguatamente sviluppate nel corso della propria vita.

Se pensiamo ad esempio al gioco, che consideriamo come  un’ esperienza del tutto naturale nel mondo infantile, per gli adulti esso può rappresentare un ottimo strumento di scoperta delle personali qualità creative che connotano l’ identità psicologica.

Il potenziale creativo, presente in ogni persona, si può realizzare nello sforzo attivo di cercare  significato all’esperienza della propria realtà, attraverso un atteggiamento di apertura rispetto alla dimensione relazionale ed emotiva.

Nell’ambito di un percorso psicologico,  uno degli obiettivi terapeutici  può consistere proprio nel risvegliare  tali qualità  della  vita psichica,  dando loro nuova energia espressiva,  svincolando la persona da eventuali blocchi che ne impediscono  la naturale espressione.

Saggio è colui che si stupisce di tutto ( André Gide)

La forma estrema della paura: gli attacchi di panico

La paura è indispensabile per la sopravvivenza e rappresenta la più radicata fra le nostre emozioni. Durante un attacco di panico però la persona sperimenta un crescendo di paura e perdita di controllo che va a sconvolgere totalmente l’equilibrio personale. Da emozione utile e sana la paura può diventare, in questi casi, una trappola mentale che crea un blocco psicologico.

La persona che soffre di ansia con attacchi di panico può sentirsi molto limitata nella gestione dei propri ambiti di vita (lavorativo, sociale, interpersonale … ) e può tendere a strutturare dei legami di dipendenza dagli altri che le sono vicini proprio in funzione del problema che la affligge.

Nonostante questo tipo di disturbo sia così invalidante, ciò non implica che non si possa uscire, anche in tempi brevi, da questa condizione psicologica di sofferenza e limitazione.

L’approccio terapeutico strategico inquadra lo strutturarsi del disagio psicologico nella sua complessità, attraverso un’analisi del “funzionamento del problema” nelle dimensioni di interazione della persona con se stessa, con gli altri e con il proprio mondo.

Attraverso gli strumenti forniti nell’ambito del percorso terapeutico il paziente può sperimentare dei concreti cambiamenti nella modalità di percepire e di gestire la sua realtà. Questo permette, oltre ad uno sblocco rispetto al problema, la creazione di un nuovo equilibrio, basato su una maggiore consapevolezza del proprio funzionamento psicologico, nell’ottica del mantenimento di un benessere personale.